2016-03-21 L’Osservatore Romano
«Essere accoglienti verso tutti», in particolar modo verso «i più poveri, i più bisognosi, i sofferenti e gli emigranti». È l’invito rinnovato dal cardinale Pietro Parolin in Bulgaria, dove il segretario di Stato è giunto domenica 20 marzo per una visita ufficiale dopo i due giorni trascorsi nell’ex Repubblica Jugoslava di Macedonia.
Il porporato aveva ancora negli occhi le immagini del giorno precedente: sabato 19, infatti, dopo una breve visita alla casa memoriale della beata Teresa di Calcutta a Skopje e a Stobi, dove furono martirizzati i primi cristiani, si era recato nelle zone di frontiera dell’ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, dove aveva potuto sperimentare direttamente la drammatica situazione dei migranti nel campo di transito di Gevgelija, nel sud del Paese. Qui aveva espresso la vicinanza di Papa Francesco e incoraggiato il notevole impegno dei tanti volontari. Infine, prima di congedarsi, aveva compiuto una breve visita alla cattedrale dell’esarcato apostolico a Strumica.
Giunto domenica 20 a Sofia su invito della Chiesa locale e del primo ministro Boyko Borisov, il porporato ha innanzitutto partecipato alla messa celebrata in occasione della consacrazione della rinnovata chiesa della Dormitio Mariae, cattedrale dell’esarcato apostolico di Bulgaria. Al termine del rito, il segretario di Stato ha portato ai presenti — fra questi l’esarca apostolico Christo Proykov, i vescovi Georgi Yovchev e Petko Christov, il metropolita Antonio, delegato del Patriarcato ortodosso per l’Europa centrale, e la presidente del Parlamento Tzetzka Tzacheva — il saluto di Papa Francesco, il quale, ha detto, «segue con grande interesse la vita di questa comunità cattolica che è piccola ma piena di energie e molto attiva nel contribuire al bene comune di tutta la società bulgara». La chiesa della Dormizione, ha sottolineato il cardinale Parolin, è stata nell’ultimo secolo «testimone di momenti storici gioiosi ma anche travagliati». Qui hanno pregato anche monsignor Angelo Roncalli, quando era delegato apostolico in Bulgaria e, nel 2002, Giovanni Paolo ii durante la sua storica visita al Paese.
Nel pomeriggio, sempre nella capitale bulgara, il cardinale Parolin ha visitato la concattedrale di rito bizantino dedicata a Giovanni XXIII, costruita su un terreno che fu acquisito proprio da monsignor Roncalli quando era qui come delegato apostolico. Di seguito si è recato nell’adiacente monastero delle suore eucaristine e nel centro medico Giovanni Paolo ii, dove le religiose offrono cure mediche a persone disagiate e ai profughi del vicino centro di accoglienza. Infine, in serata, ha presieduto la messa della domenica delle Palme nella concattedrale di rito latino, la chiesa di San Giuseppe.
Fitto di appuntamenti anche il secondo giorno della visita del segretario di Stato, il quale ha avuto occasione di incontrare il patriarca bulgaro Neofit insieme ad alcuni membri del Santo Sinodo, il presidente della Repubblica Rosèn Asènov Plèvneliev, il primo ministro Boyko Borisov e il gran muftì Mustafa Hadji. Di seguito, il porporato ha partecipato al ricevimento organizzato per il venticinquesimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Bulgaria. Nell’occasione, il cardinale ha richiamato le tappe che sin dal 1925 — quando monsignor Roncalli fu nominato visitatore apostolico — hanno segnato questo legame. In particolare è stato sottolineato lo speciale affetto che il futuro Papa Giovanni XXIII nutriva verso questo Paese e il suo popolo. Dopo aver ricordato come ogni anno una delegazione bulgara giunga a Roma per la festa dei santi Cirillo e Metodio, il segretario di Stato si è detto felice per aver «potuto visitare questo Paese bellissimo, la cosiddetta “terra delle rose”, che è stato sempre luogo di incontro tra est e ovest e tra differenti popoli, culture e religioni».
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